Lo smaltimento dei cavi elettrici: norme e sicurezza
Oggi cercheremo di provare a delineare le principali caratteristiche e le normative che regolano il mondo dei cavi elettrici, dai materiali ed i suoi ambiti di utilizzo, alla sicurezza ambientale; dando anche uno sguardo al comportamento sui mercati europei e le interessanti implicazioni.
Regolamento CPR e norme sui cavi elettrici
Nel 9 Marzo 2011 dal Parlamento Europeo è stato redatto il Regolamento n.305/2011, più conosciuto come Regolamento CPR; questo detta le condizioni per il commercio dei prodotti nell’ambito della costruzione. Nello specifico, con l’allegato IV del decreto ci si focalizza sui prodotti in ambito elettrico, al numero 31 precisamente ci si occupa di: cavi elettrici, di controllo e di comunicazione.
Questi hanno l’obbligo di assecondare precisi requisiti di reazione al fuoco e resistenza, con un focus particolare sulle sostanze potenzialmente nocive. Obblighi legati alla possibilità di utilizzo in ambito di civile abitazione e di conseguenza potenzialmente nocivi alla salute. Essi possono essere potenzialmente anche causa di incendi.
Come strumento contro queste possibilità, il Regolamento CPR viene in soccorso dei cittadini, i quali possono prevenire incendi e potenziali infortuni causati da impianti elettrici non a norma.
Quali sono i prodotti coinvolti dal Regolamento CPR?
Il regolamento CPR inserisce tra i prodotti da tenere sotto osservazione, tutti i cavi elettrici per energia e comunicazione. Dato che le tensioni interne ed i conduttori installati negli impianti devono essere a norma di legge per rispettare i requisiti minimi di reazione e resistenza al fuoco.
Il Regolamento CPR stabilisce 7 caratteristiche per i prodotti da costruzione e relativamente ai cavi elettrici, questi sono collocabili nella seconda e nella terza categoria:
- Resistenza meccanica
- Sicurezza incendi
- Igiene e salute ambientale
- Sicurezza e accessibilità
- Protezione al rumore
- Risparmio energetico
- Eco sostenibilità
Smaltimento dei cavi elettrici: l’importanza di non disperderli e gli errori da non commettere
Il corretto smaltimento dei cavi elettrici sta diventando una questione sempre più importante, viste le grandi quantità che se ne utilizzano e per contro per la cattiva abitudine, non ancora debellata, delle persone a non considerare il cavo elettrico un elemento nocivo se disperso nell’ambiente. Da un lato la dispersione dei cavi elettrici può essere dovuta anche alla mancanza di conoscenza e consapevolezza dei giusti metodi di smaltimento; dall’altra non riuscire a smaltire nel modo idoneo i cavi elettrici si sprecano risorse importanti che potrebbero invece essere riutilizzate.
Molto spesso poi, nell’incertezza di cosa fare, si conservano i cavi nella propria abitazione in vista di chissà quale riutilizzo futuro, con la più probabile situazione che andranno nel dimenticatoio, sprecando così la possibilità di un utilizzo reale.
Importante è capire quindi dove buttare tali materiali. Così come la plastica o i metalli, anche i rifiuti elettronici hanno una loro raccolta differenziata specifica. Quindi bisogna informarsi presso il proprio comune di residenza o regione. Solitamente gli Enti pubblici predispongono delle isole ecologica sul territorio dove poter portare i cavi elettrici da buttar via; in alternativa esistono centri specializzati che forniscono questo tipo di servizi. Dall’isola ecologica, i cavi elettrici verranno trasportati appunto ai centri specializzati per essere trattati e ricavarne altri elementi da riutilizzare o darne nuove funzionalità.
Succede però che quando non si sa bene cosa fare dei cavi in disuso, si possa incorrere nell’errore di liberarsene gettandoli nei classici contenitori di rifiuti, magari pensando di fare un gesto anche corretto. In realtà non è proprio la modalità di smaltimento più idonea, mettendo anche in difficoltà gli addetti comunali al ritiro della spazzatura che potrebbero non poter raccogliere rifiuti non catalogati entro le loro mansioni. Non è solo questione di burocrazia, ma di gestione proprio dei rifiuti non conformi a quelli che al momento hanno l’obbligo di raccogliere.
Mercato e Player di mercato per i cavi elettrici
Dal punto di vista economico, il mercato italiano dei cavi elettrici a bassa tensione ha un valore che supera i 1.5 miliardi di fatturato ed è suddiviso tra pochi produttori; i primi quattro player italiani detengono il 70% delle vendite sul mercato italiano; mentre il restante 30% delle vendite è esportato su paesi del Nord Europa, Asia e parte dei Balcani, con rapporti commerciali ben consolidati. Le maggiori aziende produttrici di cavi elettrici stanno cercando di coprire quanti più settori operativi è possibile ovviamente, anche se il loro interesse maggiore è focalizzato sull’ampliare la gamma di prodotti da offrire al mercato, in particolar modo quelli speciali.
Attualmente alcune grandi imprese del settore elettrico stanno puntando sulla fabbricazione di cavi dedicati al navale, all’automazione ed al ferroviario, dove si parla di grandi numeri di produzione, e per contro anche di smaltimento dei cavi sostituiti o di futura sostituzione.
Conclusioni
Da questo breve articolo abbiamo visto come lo smaltimento dei cavi elettrici non sia cosa da sottovalutare, sia da un punto di vista ambientale che economico perchè gli impatti per entrambi sono davvero importanti. Se ha un lato le Amministrazioni mettono a disposizioni luoghi e servizi appositi per lo smaltimento dei cavi elettrici, dall’altra le persone forse non sono ancora troppo consapevoli della loro pericolosità e ai modi in cui devono essere smaltiti. Per questo sarebbe ancora necessario una maggiore opera di comunicazione e informazione su cosa fare esattamente in queste situazioni. Consideriamo poi che vista la grande possibilità di riciclare i materiali costitutivi dei cavi elettrici, le attività legate al loro smaltimento. Non dimentichiamo che il rame è tra i metalli ben pagati e recuperarlo porta ad un bel introito. Smaltire quindi i cavi elettrici nel modo più corretto possibili è vantaggioso economicamente ed ecologicamente.
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